mercoledì 3 febbraio 2010

DECADENTISMO GENERALE

DECADENTISMO:
Questo tema della "decadenza sociale" con forti risvolti esistenziali fu ripreso da un gruppo di scrittori, che intitolarono una rivista con il nome di "Le Decadent", che trattava proprio i vari aspetti della crisi. Nello stesso anno, Verlaine pubblica "Poètes maudits", opera dedicata ai tre suoi amici Tristan Corbière, Stéphane Mallarmé, e Arthur Rimbaud, che divennero noti con il nome di poeti maledetti. Tale qualifica vestì gli esponenti del decadentismo di una certa aura mitica, che continuerà nei loro epigoni.
Il termine originariamente indicava quindi un determinato movimento letterario nato nella Parigi di fine Ottocento. Siccome all'interno di questo movimento vi erano altre correnti che poi si sarebbero sviluppate autonomamente, la storiografia letteraria italiana, nel Novecento, ha assunto il termine a designare un intero movimento letterario di portata europea. L'uso del termine con questo suo secondo significato è prevalentemente diffuso in Italia mentre in altri paesi sono preferite diverse denominazioni, quali ad esempio il "simbolismo".
La critica ufficiale, per descrivere questi atteggiamenti assunti da alcuni intellettuali, usò il termine decadentismo proprio per ricordare la sensazione di crollo di una civiltà. La critica usò questo termine con un'accezione negativa ma gli intellettuali che facevano parte di quel gruppo, definito come “decadente”, ribaltarono il significato, arrivando ad indicare un privilegio spirituale e ne fecero una sorta di bandiera da esibire con orgoglio e dedizione.

decadentismo in europa e in italia

All'inizio del XIX secolo lo scrittore entra in crisi vedendo fallire i propri obiettivi di guida che aveva durante il Romanticismo e nel poter risolvere i mali della società. Si sente emarginato e si ripiega in se stesso divenendo protagonista di una serie di esperienze che lo fanno sentire "vittima" per la sua incapacità di impegnarsi nella società. Gli artisti perdono così la loro fiducia nella ragione e si lanciano verso un mondo misterioso che si trova dietro la realtà vera e tra loro si diffonde un senso di sconfitta.
DECADENTISMO IN ITALIA:
In Italia si è soliti individuare due periodi distinti di decadentismo: il primo, di cui facevano parte D'Annunzio e Pascoli, è ancora caratterizzato dalla necessità di costruire miti decadenti. Al contrario nel secondo, di cui occorre ricordare in particolare Pirandello e Svevo, la coscienza della crisi è ormai acquisita e la realtà viene sottoposta ad una critica molto lucida e distruttiva. Il termine "Decadente" fu, in origine usato in senso dispregiativo, per indicare giovani poeti che vivevano fuori dalle norme comuni, considerati appunto simboli di una "decadenza sociale" che disprezzava il progresso e la fede nella scienza del positivismo. Più tardi passò a designare la dilagante "decadenza" della società materialista di fine secolo, orientata verso l'esaltazione delle conquiste tecnologiche e dalla quale gli intellettuali si sentivano estranei. Essi, infatti, si considerano decadenti, con un atteggiamento di superiorità spirituale, in quanto inclini a cogliere i segni della raffinatezza e dell'eleganza intellettuale delle epoche e periodi di "decadenza".

positivismo

Il positivismo, movimento dedito al progresso e alla ricerca scientifica, si era rivelato sostanzialmente incapace di dare risposte soddisfacenti all'uomo nelle sue esigenze estetiche e di gusto, essendo le scoperte scientifiche "sentite" da molti quasi come un segno di limitazione. L'uomo tende infatti ad interrogarsi su di sé, sui suoi bisogni, sui suoi desideri, assai più di quanto si occupi della realtà fisica o naturale, perché incapaci di coinvolgere più di tanto sentimenti e aspirazioni. Gli interrogativi degli uomini in generale, concernenti più il loro mondo e i loro prodotti che la realtà extra-umana, percepiscono la scienza come relativamente estranea ai loro bisogni. Infatti, tutte le risposte (tra cui esistenziali) che l'uomo cercava attraverso la scienza non furono trovate o risultarono poco convincenti. La scienza dovette ammettere i suoi limiti, come per i fenomeni naturali, che non era propriamente in grado di spiegare, ma solamente di classificare e categorizzare. Inoltre le nuove teorie, come quella della fisica quantistica ammisero la casualità, la probabilità e l'improbabilità, la definizione matematica e l'inesattezza come realtà di cui prendere coscienza.

boudelaire

Charles Pierre Baudelaire (Parigi, 9 aprile 1821Parigi, 31 agosto 1867) è stato un poeta, scrittore, critico letterario e traduttore francese.
Charles Baudelaire nacque dall'unione di Joseph-François Baudelaire, capo degli uffici amministrativi del Senato sessantenne ex-sacerdote con la passione per la pittura, e la ventisettenne Caroline Archimbaut-Dufays, sposata dal padre dopo essere rimasto vedovo, il 9 aprile 1821 in una casa del quartiere latino, in rue Hautefeuille. All'età di sei anni restò orfano del padre, sepolto nel cimitero di Montparnasse. Caroline decise così di sposare Jacques Aupick, un tenente colonnello che, a causa della sua rigidità, si guadagnò ben presto l'odio del giovane Charles.Nel 1833 viene iscritto dal padre al Collegio reale di Lione, dato che lì si era trasferita la famiglia a causa del mestiere del padre.Nel 1836 la famiglia ritorna a Parigi e lì Baudelaire inizia a frequentare il collegio "Louis-le Grand". Nel 1839 fu espulso dal liceo Louis-le-Grand di Parigi, nonostante il suo buon profitto (nel 1837, infatti, ottenne il secondo premio di composizione in versi latini) per indisciplina. Si era infatti rifiutato di consegnare al professore un biglietto che un compagno gli aveva passato in classe. Comunque, pochi mesi dopo riesce a conseguire il diploma "baccalauréat". Nel 1841 a causa della frequentazione di cattivi ambienti e del suo stile di vita dissoluto, su decisione del consiglio di famiglia fu imbarcato su una nave diretta in India Paquebot des Mers du Sud. Non decide comunque di portare a termine il viaggio e quindi si imbarca sulla nave "Alcide" e ritorna in Francia. Da questa esperienza nacque la passione per l'esotismo che si rifletterà in seguito nella sua opera di maggior successo: I fiori del male.
Dieci mesi dopo la sua partenza per l'India, quindi, Baudelaire fa rientro a Parigi dove, grazie all'eredità paterna, inizia una vita bohemien di grande libertà. Nel 1842 si avvicina a Gautier prendendolo a modello sia nell'ambito spirituale che in quello artistico e nello stesso periodo incontra Jeanne Duval con la quale avvia una appassionata storia d'amore che diverrà per il poeta fonte di notevoli spunti letterari. La vita di Baudelaire intanto si evolveva: prendeva alloggio al centralissimo Hotel de Pimodan sull'isola di Saint-Louis e, nello studio, teneva il proprio ritratto, opera di Pierre Dufay, frutto della sua repentina celebrità come dandy; le tende oscuravano solo la parte inferiore della finestra sulla Senna, così da lasciar vedere esclusivamente il cielo.
I generosi dispendi economici del suo tenore di vita intaccarono rapidamente la metà del patrimonio paterno costringendo la madre, dietro consiglio del patrigno, ad interdire il giovane ed affidare il suo patrimonio ad un notaio. Fu l'anno successivo che Baudelaire tentò per la prima volta il suicidio. Il 1846 lo vede esordire come poeta con l'opera A una signora creola e, contemporaneamente, collaborare con riviste e giornali attraverso articoli e saggi e critiche d'arte. Passano tre anni e, nel 1848, Baudelaire prende parte ai moti rivoluzionari parigini. Nel 1850 inizia ad amare la musica di Richard Wagner (dopo aver ascoltato il preludio del Lohengrin e del Tannhäuser) e lo scrittore Edgar Allan Poe, a cui dedicherà diversi articoli e personali traduzioni in francese. Il suo impegno giornalistico si determina anche nelle varie critiche d'arte, pagine di grande modernità ed originalità che si fondono profondamente con l'estetica del tempo e con la poetica dei suoi versi.

simbolismo musica e pittura

Musica [modifica]
Anche in campo musicale si sviluppa il fenomeno di un'arte sempre più sottratta al condizionamento della realtà e le suggestioni esercitate dai componimenti di Richard Wagner (1813-83) ne sono la dimostrazione. Questa nuova musica è contraddistinta da una morbida e dissimulata sensualità che nelle sue note sembra cogliere le remote radici dell'essere. Al posto degli elementi del melodramma tradizionale, viene adoperato il canto declamato (che in una certa misura ricorda l'antico recitativo secco), non legato da alcuna forma fissa, che segue fedelmente la parola: l'orchestra, non più semplice sostegno della voce umana, diviene elemento sostanziale.
PITTURA:
Nelle arti figurative il simbolismo nasce in accordo con le teorie e i lavori dei neo-impressionisti soprattutto per quanto riguarda la rappresentazione di soggetti ispirati dalla natura a cui i simbolisti attingono fermamente. Al contrario di quanto sembrerebbe dal nome i simbolisti non vogliono caricare i soggetti di significati allegorici o fittizi ma vogliono rendere il proprio messaggio chiaro e facilmente comprensibile anche per quegli spettatori poco dotati di fantasia ed estro razionale. Fine dei simbolisti è quello di superare la pura visività dell'impressionismo in senso spiritualistico (e non scientifico, come avviene invece tra i neo-impressionisti), cercando di trovare delle corrispondenze tra mondo oggettivo e sensazioni soggettive.
Influenzati dalla letteratura simbolista francese, soprattutto da Stéphane Mallarmé e da Baudelaire, tentano di recuperare nei loro quadri la spiritualità di tutto ciò che esiste nella realtà ma non è direttamente visibile dall'occhio umano.
Alla nuova tendenza si accostarono i pittori postimpressionisti per superare la rappresentazione dell’oggetto e sostituirla con l’espressione del proprio “io”. Questi pittori rifiutarono la resa dell’illusione nella pittura, che per loro doveva essere in grado infatti di trasfigurare la realtà, nell’esaltazione delle linee e dei colori che avevano maggiormente suscitato la loro reazione emotiva. In Francia gli artisti simbolisti più rappresentativi furono Pierre Puvis de Chavannes, Gustave Moreau, creatore di immagini fortemente evocative e Odilon Redon, personalità complessa dall'opera molto diversificata.

simbolismo letteratura

Il simbolismo è un movimento artistico sviluppatosi in Francia nel XIX secolo che si manifestò nella letteratura, nelle arti figurative e di riflesso nella musica.
Letteratura [modifica]
Nel decennio 1866-1876 si impose in Francia il movimento poetico del Simbolismo. La poesia dei simbolisti è antirealistica, ha come riferimento un modello astratto di compostezza classica e l’imitazione di modelli antichi. Per questi poeti l’arte deve essere incontaminata dalle problematiche sociali. A questa scuola appartenne anche Charles Baudelaire, se pure in una posizione del tutto autonoma. Egli intraprese uno stile di vita all’insegna della sregolatezza e contribuì all’elaborazione del concetto di “poesia pura”, libera da ogni preoccupazione di contenuto e di intenti civili o morali, nella quale la suggestione delle parole e dei simboli può essere oggetto di ispirazione. Ecco perché venne considerato l’iniziatore della poesia moderna.
La poetica di Baudelaire influenzò l’opera di Paul Verlaine, Arthur Rimbaud e Stéphane Mallarmé. Essi si allacciano a certi aspetti del Simbolismo:
La poesia è musica;
Il poeta non deve descrivere la realtà, ma cogliere e trasmettere le impressioni più vaghe e indefinite, suggerire emozioni e stati d’animo, penetrare l’intima essenza delle cose;
Bisogna utilizzare accordi musicali lievi, immagini sfumate, parole non descrittive ma evocatrici.
Esemplare incarnazione del “poeta maledetto” fu Rimbaud. Egli teorizza il linguaggio del poeta veggente i cui principi sono:
Il poeta deve farsi veggente, esplorare l’ignoto;
Il poeta si fa tale mediante un lungo e immenso disordine di tutti i sensi;
Il ritrovamento di cose ignote richiede forme nuove;
Il poeta veggente deve trovare una lingua.
L’elemento fondamentale del Simbolismo è che sotto la realtà apparente, quella percepibile con i sensi, si nasconda una realtà più profonda e misteriosa, a cui si può giungere solo per mezzo dell'intuizione poetica. La nuova generazione di poeti, quindi, manifesta la propria sfiducia nella scienza, perché incapace di penetrare nelle oscure profondità dell’animo umano, né di spiegare i desideri dell’inconscio, i sogni, ecc. Il poeta, invece, può penetrare ed entrare in queste realtà attraverso quell’intuizione che gli è propria. Per questi nuovi contenuti della poesia i simbolisti elaborarono un linguaggio nuovo, non più logico, ma analogico, che permetteva di portare alla luce le corrispondenze e i misteriosi legami esistenti tra le cose più diverse; questo perché la parola deve avere la capacità di comunicare le molteplici emozioni che il poeta avverte come simultanee. A tale scopo i poeti simbolisti ricorsero spesso a figure retoriche quali la metafora, l’analogia e la sinestesia.